In realtà forse i Maya non avevano predetto niente di particolare, ma sono stati archeologi traduttori, pseudoscienziati e simili ad aver attribuito a questo popolo sfortunato previsioni nefaste e catastrofiche per la Terra.
È passata più di una dozzina di anni e se poco poco si fossero verificate queste condizioni, la Terra forse non sarebbe sopravvissuta a terremoti, tsunami, inondazioni, maremoti e chi più ne ha più ne metta e ovviamente non stareste qui a leggere il mio articolo!
Così ovviamente non è stato, ma guardacaso nessuno di archeologi traduttori, pseudoscienziati e simili pare abbia fatto ammenda e si sia scusato per l’errore grossolano compiuto: abbiamo invece ereditato una serie infinita di libri sull’argomento (adatti per regolare i tavoli traballanti) ed una serie di film di fantascienza, tra cui il più noto è “2012“, film catastrofico del 2009, ricco di effetti speciali, idee bislacche, gente che scappa dal posto X al posto Y per poi fuggire di nuovo verso un altro punto Z…
Più o meno intorno a quel periodo nel nostro sito se n’era parlato parecchie volte dal punto di vista professionale-astronomico: se cliccate questo link (la ricerca di “2012” tra i nostri articoli) troverete parecchi scritti, che nel mio caso riguardano ad esempio il mistero della profezia dei Maya e soprattutto la mia interpretazione finale e spiegazione (giocosa!) del perché i Maya avessero predetto la fine del mondo.
Ma tra i primi articoli elencati c’è anche questo, dal titolo “Qualcosa è accaduto nel 2012…” in cui in stile serio e professional avevo parlato di eventi esclusivamente Astronomici, prevedibili solo con i computer moderni e non certo alla portata dei Maya.
Come di consueto, avevo aggiunto la visualizzazione 3D interattiva di quanto stavo presentando, ma anche in questo caso sono sopraggiunti negli anni dei problemi indipendenti dalla mia volontà, come suol dirsi.
Qualche dettaglio sul problema
Ritorno perciò a parlare dei “transiti di un pianeta davanti al Sole, visti da un altro pianeta”, per un motivo legato alla programmazione, ai browser e alle applet Java.
Infatti proprio rileggendo l’articolo, mi sono accorto che, come già successo in altri casi simili, il mio programma di visualizzazione 3D (scritto appunto in Java) non funzionava più, dal momento che da parecchio tempo (per motivi legati alla sicurezza e a falle presenti nel codice di questo linguaggio) non vengono più gestiti da tutti i browser le cosiddette “applet”, cioè programmi specifici che si lanciano da browser.
In particolare ad un certo punto dell’articolo invitavo i lettori a cliccare un’immagine, con il che una volta si apriva in un’altra pagina del browser il mio programma 3D: visto che quanto si ottiene è adesso una pagina bianca, ho cercato subito di porvi rimedio, così come appunto avevo già fatto nel caso di sonde spaziali, le cui evoluzioni ora si possono continuare a seguire senza problemi, con il mio nuovo visualizzatore 3D interattivo.
Il problema era piuttosto un altro: dopo una dozzina di anni solo Pico della Mirandola con la sua potente memoria poteva ricordarsi i dettagli del programma e di quanto avevo previsto a suo tempo per l’interfaccia grafica ed il funzionamento della simulazione 3D.
Ovviamente il vostro pignolone ha tuttora il codice sorgente, ma si può fare ben poco cercando di tradurlo in javascript, neanche grazie ad appositi siti di conversione che sfruttino l’IA per questo compito: invece, allergico come sono all’IA e favorevole all’IP (Intelligenza Personale) ho pensato di sfruttare il codice dell’altro programma che visualizza le orbite dei pianeti del Sistema Solare, però riprogettando dall’inizio questo visualizzatore 3D interattivo di transiti.
Per fortuna il compito non è stato per nulla gravoso, ma di un livello di difficoltà pari a quello di mostrare ad esempio la sonda Lucy nel corso delle sue evoluzioni tra i pianeti, per arrivare dalle parti di Giove dopo qualche anno: però di una sonda nello spazio l’effetto visivo da mostrare è praticamente sempre lo stesso (un puntino che si sposta lungo a sua orbita). Per i transiti si doveva aggiungere qualcosa, il tratto congiungente i due pianeti interessati ed il Sole, per capire meglio il transito: con appena 3-4 righe aggiuntive di codice e grazie all’uso dalla potentissima libreria grafica, il problema era praticamente risolto!
Un vero miracolo dell’informatica!
Restava invece il problema di eseguire il programma vecchio, in Java, per ricordarsi cosa facesse e ritrovare quanto avevo di nuovo riprogettato.
Fortunatamente da un po’ di tempo ho trovato che una società (CheerpJ) fornisce gratuitamente un plugin per il browser Chrome, che permettere di eseguire programmi scritti nel linguaggio Java, senza dover caricare nulla sul proprio PC, ma con il plugin che si occupa di tutto: come per magia ecco lì riapparire (quasi miracolosamente!) l’aspetto grafico che solo vagamente ricordavo ed con ovviamente il tutto funzionante!
Vediamo questi transiti interattivamente in 3D
Ora che abbiamo a disposizione un nuovo programma di visualizzazione 3D interattiva (ma sappiamo che è sempre lo stesso, un general purpose, seppur adattato alla situazione) clicchiamo la figura seguente

con il che verrà attivato il programma in un’altra pagina del browser (sia sul PC che su dispositivi mobile, meglio se tablet, altrimenti è richiesto l’uso di un buon microscopio!).
La funzionalità è davvero molto semplice, a fronte di una pagina iniziale che mostra le orbite di alcuni pianeti del Sistema Solare con le posizioni degli oggetti al 1 novembre 2011. In particolare partendo dal Sole (il punto arancione al centro) abbiamo, andando verso l’esterno:
- in rosso scuro l’orbita di Mercurio
- in giallo scuro quella di Venere
- in celeste quella della nostra Terra
- in rosso acceso, parte dell’orbita di Marte
- in giallo chiaro, parte di quella di Giove ed infine
- in grigio chiaro parte dell’orbita di Saturno
L’unico pulsante che possiamo e dobbiamo premere (più volte) è quello di play, con il che si avvia la simulazione di cui si vede lo scorrere dei giorni, per fermarsi al primo evento di transito, indicato con “transito di… Mercurio da Giove” e tracciato con un segmento grigio congiungente il Sole con Mercurio fino a Giove: il tutto si ottiene grazie ai dati forniti dall’immancabile sito HORIZONS e sfruttando le date di questi particolarissimi transiti ottenibili nel sito dell’amico Pierpaolo Ricci alla pagina dedicata ai transiti visibili dai pianeti. Dal grande numero di eventi di questo tipo segnalati tra il 1900 e il 2100 si può addirittura vedere che in realtà non siano così rari.
A questo punto, con le solite mosse a cui siamo abituati nei nostri device oppure tramite il mouse sul PC, possiamo avvicinarci o allontanarci oppure girare intorno al Sole per vedere più da vicino questo segmento che passa per tre oggetti celesti senza incertezze.
Tutto questo poi prosegue perché premendo di nuovo il tasto play (e fino alla fine della simulazione indicata con “fine analisi“) ogni volta scorrerà il tempo sino al successivo transito: vi ricordo che si tratta di undici eventi, spiegati all’interno dell’articolo originale. In realtà sarebbero 12, ma uno mi era sfuggito…
Al di là di altre considerazioni puramente astronomiche con le quali si potrebbe disquisire in termini di Meccanica Celeste e delle Orbite, dicevo, al di là di tutto questo non c’è nient’altro da inventare a livello catastrofico nei riguardi della nostra Terra e delle nostre intelligenze: sottolineo ancora una volta che casualmente la data in cui è avvenuto l’ultimo degli ultimi eventi era proprio quel diabolico 12 dicembre 2012.
I Maya, che ancora una volta ritengo tutto sommato incolpevoli, non erano ovviamente stati in grado di immaginare l’esistenza di tutti questi transiti, a parte forse l’unico effettivamente visibile dalla Terra, che per loro sarebbe avvenuto in un lontanissimo futuro, il 6 giugno 2012 e che abbiamo potuto seguire in diretta.
Commenta per primo!
Aggiungi un Commento