Il buco nero

La razza umana aveva ormai conquistato la spazio. I viaggi all’interno della Via Lattea si erano concretizzati quando si era capito che la velocità della luce poteva essere superata e non di poco…

Uno scherzo astronomico di puro divertimento.

Racconto - Il buco nero

La razza umana aveva ormai conquistato la spazio. I viaggi all’interno della Via Lattea si erano concretizzati quando si era capito che la velocità della luce poteva essere superata e non di poco. La teoria di Einstein rimaneva valida ma solo in prima approssimazione. L’esperimento di iper-accelerazione al CERN di Ginevra aveva dimostrato che le particelle sub-atomiche chiamate “iperioni”, di recentissima scoperta, raggiungevano uno stato di stabilità e non decadevano proprio quando venivano portate al di là della velocità della luce. La scoperta apriva la strada ad una fisica del tutto tutta nuova ed ogni fenomeno celeste appariva ora sotto una diversa luce. Ecco che improvvisamente i problemi ancora aperti sui getti ad alta energia, sulle “quasar”, sull’origine stessa dell’Universo, apparivano estremamente logici e coerenti nelle nuove teorie che si stavano sviluppando.

Parallelamente la tecnologia spaziale faceva passi da gigante, e con la scoperta e la sintesi di nuove particelle perfettamente “a loro agio” al di là della velocità della luce, si cominciò a progettare motori iper-veloci che superassero quel limite per molto tempo giudicato invalicabile. Tutte le problematiche quasi paradossali tipo l’azzeramento del tempo o l’aumento all’infinito della massa vennero spiegate come singolarità nello Spazio-Tempo, facilmente aggirabili se si evitavano certe combinazioni particolari dei parametri in gioco. Fu allora molto chiaro come la teoria di Einstein stesse alla nuova fisica sub-atomica a iper-velocità, come la teoria galileiana stava a quella relativistica. In prima approssimazione le teorie concordavano, poi i risultati divergevano e si contraddicevano. Ora finalmente tutto sembrava logico e semplice. E intanto la prima astronave stellare raggiungeva Sirio nel giro di pochi mesi, senza alcun problema per i robot di bordo. Poi fu la volta di un equipaggio umano che raggiunse Vega in poco meno di sette mesi e tornò incolume a casa.

Nel giro di pochi decenni si colonizzarono nuovi pianeti di tipo terrestre in una dozzina di sistemi planetari relativamente vicini. Intanto aumentava anche la velocità raggiungibile e non ci furono più problemi ad andare da un capo all’altro della galassia. Vennero visitate stelle di ogni tipo e di ogni età. Si raggiunsero gli ammassi globulari, dove lo spettacolo del cielo era veramente qualcosa di incredibile: migliaia e migliaia di stelle ultra luminose tutte vicinissime nella volta celeste. Si entrò in orbita attorno a stelle doppie e si poté assistere a brevissima distanza all’infernale e meraviglioso spettacolo del flusso di materia che la stella gigante riversava sulla sua compagna. Ci si avvicinò alle pulsar e si comincio a sfruttare la loro caratteristica fondamentale di emettere fasci di onde radio per utilizzarle come “fari” interstellari. La galassia non aveva più segreti. In realtà però ciò non era completamente vero.

Malgrado le nuove teorie spiegassero praticamente tutto, ancora non si riuscivano a collocare nel nuovo disegno generale i buchi neri. Ovviamente si sapeva perfettamente che erano stelle super-massicce la cui la gravità non permetteva neanche alla luce di uscirne fuori. Ma i nuovi rivelatori a sub-particelle avrebbero dovuto facilmente evidenziare cosa c’era al loro interno e inserirli in una corretta visione globale. Tuttavia, malgrado gli sforzi fatti dai fisici teorici e dalle tecnologie più innovative, i buchi neri rimanevano un mistero, ancora più fitto di quanto lo fossero stati prima della rivoluzione dell’era post relativistica. Non c’era che una cosa da fare: andarci direttamente e penetrare all’interno dell’ultimo limite ancora non compreso del nostro Universo. Si scelse il buco nero Cygnus X1, distante “solo” poche migliaia di anni luce.

L’astronave fu costruita utilizzando ovviamente le migliori tecnologie disponibili, tenendo conto dell’enorme forza a cui sarebbe stata sottoposta una volta entrata all’interno dell’orizzonte degli eventi. Poi tutto rimaneva un mistero. L’equipaggio scelto sapeva benissimo a cosa andava incontro, ma aveva dato la propria disponibilità con grande entusiasmo. Se morte doveva essere sarebbe stata comunque la più gloriosa possibile! L’astronave impiegò un anno e mezzo per inserirsi in orbita attorno a Cygnus X1 e lo spettacolo del gas che vorticando cadeva all’interno del buco nero era veramente fantastico e spaventoso al tempo stesso. Poi fu dato il via alla discesa verso l’oggetto misterioso. Mentre si sorpassava l’orizzonte degli eventi l’astronave venne realmente sottoposta a forze terribili, ma lo scafo resistette. Infine ci fu una calma totale e allucinante. Sembrava di muoversi in uno spazio vuoto e senza tempo. La nave spaziale riusciva, quasi inspiegabilmente, a manovrare con relativa facilità e, sfidando tutte le leggi della fisica relativistica, sembrava non subire nessuna deformazione spazio-temporale.

Durante le manovre, al capitano dell’astronave sembrò quasi di vedere, malgrado il buio assoluto, una parete liscia alla sua destra. Doveva essere immaginazione. Ma poi l’immagine debolissima si fece più distinta. Si riusciva a “vedere” qualcosa o almeno ad intuirla. L’astronave si diresse ancora verso destra ed improvvisamente si trovò davanti un enorme cilindro di un tenue color rossastro. Troppo tardi. La nave piombò su di esso e lo schiacciò con forza. Improvvisamente un bagliore luminosissimo ed accecante rischiarò tutto lo spazio attorno e la luce si propagò in tutte le direzioni, al di là dell’orizzonte degli eventi e verso l’intera galassia. Il buco nero non era NERO, era solo SPENTO!!

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9 Commenti

  1. Bel racconto, complimenti! Chissà che un giorno, spero non troppo lontano, ciò che oggi ci appare fantastico non diventi realtà.
    Sbaglio o il Prof. Zappalà comincia a lasciare una sua impronta in astronomia.com?! A me fa estremamente piacere! E grazie! 😎

  2. grazie Maurizio. Tieni anche presente che mi diverto anche molto a scriverli e questo è il massimo! Si, stimo molto astronomia.com e cercherò di dare al meglio il mio piccolo contributo. Penso che ogni sabato, per un pò, ci sarà un mio raccontino. fatemi sapere cosa ne pensate. Vi rigrazio di commmenti e critiche….
    a presto

  3. Bello!
    Però quella del cilindro rosso che viene schiacciato e bum!… non l’ho capita tanto 😐

  4. caro Alex,
    il cilindro rosso altri non è che un enorme interruttore della luce…. L’avevo detto che era un puro scherzo….
    Gli altri saranno un po’ più … seri!
    ciao
    Enzo Z.

  5. Il racconto e’ allo stesso tempo suggestivo e fantasiso mi permetta di porle un quesito? E se accendendo la luce ci accorgessimo che quelli dall’altra parte siamo noi? un saluto!!! 😯

  6. caro Fausto,
    ottima idea, sempre che ci sia qualcuno… comunque la terrò presente per un prossimo racconto. Grazie!!
    Enzo

  7. Divertentissimo!!!! Complimenti davvero!
    Prima tutta la spiegazione rigorosamente scientifica e così accattivante della fisica, dei viaggi tra le stelle, gli ammassi…Tutto rende il finale assolutamente inaspettato.

    E’ un onore averti su astronomia.com!!

    Francesca

  8. Complimenti per il racconto! Mi ha ricordato quelle brevi, simpatiche storie di fantascienza che scriveva il grande Isaac Asimov tra un capolavoro e l’altro…
    D’altronde non fa male inserire un po’ di divertimento e simpatia nella scienza, che a volte tende a diventare un po’ troppo seriosa!
    Michele