Intervista a Lucia Guaita

Un’italiana in Cile ci racconta la sua esperienza di dottorato presso il dipartimento di astronomia e di astrofisica di Santiago, tra osservazioni astronomiche presso i telescopi dell’ESO e visite guidate fra i più grandi dinosauri ritrovati.

Lucia Guaita

Lucia Guaita

Questa volta attraversiamo il Pacifico e grazie a skype ed internet conosciamo la giovane dottoranda Lucia Guaita che si trova a Santiago presso la Pontificia Universidad Catolica de Chile. Originaria di Tradate, in provincia di Varese, Lucia nel 2005 si laurea in Fisica presso l’Università di Milano con la tesi dal titolo “Study of the host galaxy of Gamma Ray Burst GRB 031203”, che ha elaborato presso l’INAF – Osservatorio Astronomico di Brera; cerchiamo di saperne di più dei suoi studi e dell’esperienza oltre oceano.

Lucia Guaita

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L’intervista

Ci vuoi parlare della tua tesi ed in particolare di questi strani oggetti: i Gamma Ray Burst? Perché gli astrofisici se ne interessano così tanto? Come mai ti hanno incuriosita?

Mi sono laureata a Milano presso l’Osservatorio Astronomico di Brera, nella sede di Merate. Nell’istituto un gruppo molto importante a livello internazionale sta studiando la formazione e le caratteristiche dei lampi di raggi gamma (GRB=Gamma Ray Burst). Si pensa che in particolari condizioni ambientali la fine della vita delle stelle massive sia accompagnata da un forte collasso e emissione di radiazione gamma, la piu’ energetica. Alla lunghezza d’onda gamma i GRB appaiono gli oggetti piu’ luminosi del cielo. Grazie all’elevata luminosita’ possono essere rilevati a enormi distanze, corrispondenti al passato in cui l’Universo possedeva solo 1-2 miliardi di anni. Gli astronomi extragalattici sono interessati a oggetti dotati di caratteristiche cosi’ evidenti da essere visti a distanze corrispondenti all’Universo giovane, attualmente in studio. Infatti, considerando che l’intero Universo e’ in espansione, piu’ ‘guardiamo’ lontano rispetto a noi , piu’ ‘vediamo’ nel passato. Per esempio possiamo ‘vedere’ galassie giovani, nelle prime fasi si formazione stellare, mentre sono in grado di formare stelle con masse centinaia di volte quella del Sole che sono proprio quelle che evolvono molto rapidamente e danno origine a fenomeni tipo GRB.

Perchè dopo questo lavoro hai deciso di fare le valigie e trasferirti in America Latina per proseguire i tuoi studi astronomici? Ci sono dei vantaggi che un astronomo dovrebbe cogliere?

Sono sempre stata attratta dal Cile per i suoi telescopi. Anche prima di laurearmi sapevo che molte delle osservazioni da terra venivano fatte dai grandi telescopi che erano stati costruiti su suolo cileno già una trentina di anni fa. Negli anni ‘70 gli Stati Uniti avevano stabilito alcui dei loro punti d’osservazione piu’ importanti nella quarta regione a partire dal nord del Cile. Gia’ negli anni ’90 l’ESO (European Southern Observatory) portava avanti osservazioni di successo in alcuni strategici picchi andini. Quindi fu proprio la parte astronomica del paese ad attrarmi di piu’ e a spingermi a fare domanda per iniziare un dottorato. Circa un mese dopo aver spedito tutti i documenti necessari mi e’ arrivata risposta positive e dopo un altro mese stavo gia’ prendendo l’aereo.

Devo ammettere di non essermi fermata molto a pensare, mi si era presentata questa occasione e sono partita. Era Agosto 2005. Forse e’ proprio vero che a volte bisogna cogliere le occasioni che si presentano, pensando un po’ alle conseguenze, ma soprattutto rischiando. In astronomia, per esempio, e’ molto utile essere disposti a viaggiare per costruire contatti e ricavare esperienza dal lavoro di altri gruppi di ricerca internazionali. Ovviamente bisogna scegliere. La mia scelta e’ stata il Cile, ma molti miei compagni di universita’ hanno trovato ottimi sbocchi in Europa.

Quali sono, se ne hai trovate, le difficoltà e le rinunce affrontate per studiare all’estero? Quali consigli ti sentiresti di dare ad altri studenti che si apprestano a fare la stessa scelta?

Il Cile e’ un paese lontano rispetto all’Europa. Per questa ragione la lontananza dalla mia famiglia, a cui sono molto legata, e’ stata una delle difficolta’ maggiori all’inizio. Ma mi sento molto fortunata se penso che avevo la possibilita’ di comunicare tutti i giorni con i miei familiari, raccontare loro le prime impressioni provate mettendo il piede a Santiago e i problemi burocratici incontrati. Questo, credo, sia qualcosa che adesso ho imparato. Ogni paese ha la sua burocrazia, da accettare così come è, rimanendo tranquilli e cercando di essere pronti ad accogliere le nuove regole e cambiamenti.

Nella vita quotidiana mi sono trovata ad affrontare un metodo di studio molto diverso da quello a cui ero abituata in Italia. Sopprattutto nei primi mesi era molto importante che studiassi diariamente per abituarmi a una maniera diversa di sostenere esami. In questo caso la costanza è l’unico modo efficiente per affrontare il problema. All’inizio era difficile immaginarsi come si sarebbero sviluppatati i mesi seguenti, ma la curiosità verso un nuovo paese e una nuova cultura da scoprire hanno reso la mia esperienza frizzante e piena di belle sorprese.

Durante il mio primo anno in Cile ho vissuto nella casa di una famiglia cilena che vive vicino alla Universidad Catolica. Mi sono affezionata molto a loro, mi hanno aiutato molto ad ambientarmi in un paese, per me, straniero a partire dalle cose più semplici come cibo, abbigliamento, riscaldamento…..

Oltre ai GRB, in Cile osservi galassie lontane, quali sono i risultati che hai ottenuto finora? Quali studi stai affrontando o proseguendo e con il supporto di quale strumentazione?

In Cile il dottorato in astronomia dura 4 anni. I primi 2 anni sono destinati a corsi universitari e gli ultimi 2 alla tesi vera e propria. Tra i corsi e’ possible anche scegliere progetti di ricerca di durata di un semestre con diversi professori. Lo scopo è quello di farsi un’idea sulle aree di ricerca presenti nell’università e valutare le possibilità per una tesi di dottorato. Abbiamo anche avuto la possibilità di viaggiare in altri paesi e sviluppare progetti con l’aiuto di professori stranieri. Io ho scelto di andare per 3 mesi in USA e adesso uno dei relatori della mia tesi di dottorato è proprio statunitense.

Il mio argomento di tesi sono le galassie emettitrici di fotoni Lyman alfa (LAE=Lyman Alpha Emitters). La loro lunghezza d’onda e’ 1216 Angtrom. Vengono emessi in conseguenza alla diseccitazione di atomi di idrogeno, precedentemente eccitati dalla radiazione estremamente energetica, proveniente da stelle appena formate e quindi calde. Se, quindi, certe galassie presentano questa particolare emissione significa che sono osservate nella fase in cui stanno formando stelle e che quindi contengono stelle giovani. Il mio professore fa parte del gruppo di ricerca (collegati al progetto MUSYC = Multiwavelength Survey Yale-Chile) che ha scoperto LAE ad una distanza pari a quella a cui l’Universo aveva 2 miliardi di anni. Hanno dimostrato che galassie di queto tipo potrebbero essere le candidate a evolvere in galassie del tipo della nostra Via Lattea, nell’Universo locale. Quindi ora è interessante vedere in quali tipi di galassie evolvono LAE osservate a diverse distanze.

Le osservazioni di supporto a questo studio sono state ottenute grazie al telescopio ‘Blanco’. Possiede uno specchio primario da 4 metri e si trova sulla montagna Cerro Tololo. Il gruppo di una decina di telescopi localizzati su quella cima è stato cotruito dagli Stati Uniti, ma il Cile possiede il 10% delle notti di osservazione annuali, per il semplice fatto che si trovi su suolo cileno. Un telescopio di 4 metri da terra è in grado di riunire sufficiente luce perchè siano visibili galassie lontane e quindi deboli otticamente.

In Italia hai fatto parte del GAT (Gruppo Astronomico Tradatese), quanto ha influenzato ed aiutato la tua carriera astronomica l’aver maturato esperienza in un gruppo di astrofili?

Il fatto di aver partecipato a varie iniziative organizzate dal gruppo astronomico tradatese è sicuramente stato molto importante nella mia formazione e mi ha anche dato molti stimoli dal punto di vista della divulgazione scientifica. Credo abbia contribuito allo sviluppo della mia passione di visite guidate ai bambini delle scuole elementari e medie, per esempio nell’osservatorio dell’universita’.
Inoltre le iniziative che organizzano con una media di 3 al mese sono interssanti perchè spaziano a tutti i rami dell’astronomia e della chimica associata a i sistemi planetari. Sono una ottima enciclopedia scientifica sempre aggiornata.

Tra i tuoi interessi emerge anche la divulgazione astronomica rivolta ai bambini, suonare il violino e qui in terra cilena scopro che hai condotto delle visite guidate in un museo che conserva dinosauri. Astronomia, musica ed archeologia, mondi lontani o sono legati fra loro da un sottile filo rosso fatto di curiosità o passione?

Direi proprio che per appassionarsi a certi argomenti scientifici è necessario avere prima di tutto molta curiosità e molta voglia di sviscerare il problema a tal punto da coglierne tutte le possibili sfaccettature. L’astronomia ha molti legami con la paleontologia e studiare aspetti di una dal punto di vista dell’altra chiarisce alcuni dubbi. Ed a volte è spiegando ad altri che si comprende ancora meglio.

Fra una decina di anni dove e con quale ruolo ti vedresti in ambito astronomico? Quali progetti e passioni conti di realizzare?

Non so ancora come sarò e cosa farò tra 10 anni. Come ho spiegato prima, credo che sia necessario e bello essere pronti a ciò che il futuro mi riserverà: forse un paese nuovo, forse un tema di ricerca diverso, forse una casa piccola o grande…. Ma spero proprio di far profondo tesoro delle fortune che la vita mi ha offerto fino a questo momento dal punto di vista lavorativo e umano. La mia famiglia ha avuto un ruolo speciale in tutto questo.

Informazioni su Gabriella Bernardi 75 Articoli
Laurea in Fisica e master in divulgazione scientifica, ha lavorato presso l’Alenia Spazio di Torino (missione Rosetta), passando poi a tempo pieno alla divulgazione scientifica, soprattutto nel campo astronomico. La sua attività principale è quella di giornalista freelance per riviste e periodici, anche on-line, che alterna con altre attività in campo divulgativo come la collaborazione alla realizzazione del Planetario e Museo dell’Astronomia e dello Spazio di Pino Torinese o l’attività di animatrice in piccoli planetari e mostre. Attualmente partecipa anche al programma di informatizzazione e digitalizzazione dell’archivio di lastre fotografiche dell’Osservatorio Astronomico di Torino. Recentemente le è stato assegnato il premio giornalistico per la divulgazione scientifica “Voltolino”.

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6 Commenti

  1. Fantastica intervista, i miei complimenti a Lucia Guaita, con un pizzico di invidia per quelle fantastiche strumentazioni che si intravedono nelle foto e per il cielo cileno!

  2. Bella intervista si coniuga bene sia l’aspetto scientifico che quello umano, Complimenti 🙂

  3. cmq. volevo farle i complimenti, e se legge i post di questa pagina, sappia che da italiani facciamo sempre il tifo per i nostri scienziati ^_^

    [scusate il doppio post, ma mi e’ partita 😳 ]