Una coincidenza ben “pianificata” parte II

Gli elementi indispensabili affinchè si sviluppi la vita sono innumerevoli. E’ affascinante analizzarli, sviscerarli e comprrenderli, tuttavia nessuna ricerca finora ha saputo rispondere alla fatidica domanda: perchè esistiamo? Ciò non significa però che la scienza non possa tentare di trovare una soluzione.

Continuiamo nella esaltante esplorazione dei fattori che hanno reso possibile la vita, iniziata nella prima parte di questo articolo. Siamo partiti da ciò che ci è più vicino, esaminando le condizioni sul nostro pianeta, nel sistema solare e nella Via Lattea. Ma noi siamo parte integrante dell’Universo, e non potremmo esistere se a sorriderci non vi fossero anche caratteristiche ben precise dell’Universo stesso e le leggi fondamentali che regolano il suo funzionamento.

Il Cosmo perfetto

atomo
rappresentazione

A sostegno della vita interviene tutta una serie di “coincidenze” cosmiche che consentono un equilibrio delicatissimo senza il quale la vita non potrebbe nascere. Occorrono infatti centinaia di milioni di anni di stabilità perché il DNA possa svilupparsi. Tale stabilità, e la possibilità di formare gli atomi, le molecole, e quindi i mattoni della vita, sono garantite in primo luogo dalle proprietà dell’infinitamente piccolo, cioè delle particelle subatomiche, che pur essendo così minuscole sono in realtà i costituenti di tutto ciò che esiste.

Il protone, ad esempio, è una particella assolutamente stabile; a differenza dei neutroni, non decade (non si trasforma in altre particelle). La sua vita è molto più lunga della vita dell’universo stesso, ossia, il protone rimarrà proprio come era al momento del Big Bang, finché l’Universo esisterà. Questa sua “immortalità” rende possibile la formazione dei nuclei atomici stabili, e di conseguenza del DNA.

Pensiamo poi al delicato equilibrio delle forze della fisica che regolano il funzionamento di tutto. Ad esempio, se la forza nucleare forte, quella che tiene saldati insieme i nuclei, fosse anche solo leggermente più debole, i nuclei leggeri non riuscirebbero a rimanere uniti. Ciò bloccherebbe sul nascere la catena della produzione degli elementi nelle stelle. Se al contrario la forza nucleare forte fosse troppo forte, le stelle brucerebbero troppo rapidamente il loro carburante, non concedendo alla vita su un pianeta il periodo di stabilità necessario per evolversi.

E la gravità, la forza regina del cosmo? Cosa accadrebbe se l’attrazione prodotta da una determinata massa avesse un valore diverso da quello che ha? Se fosse più debole, la materia non riuscirebbe ad agglomerarsi per creare le stelle e i pianeti. E se fosse più potente? Allora le stelle si formerebbero ma si esaurirebbero molto rapidamente. In entrambi i casi, la vita non potrebbe nascere.
Infine consideriamo omega, il valore che definisce la densità dell’Universo. Sebbene non sia stato determinato con precisione, è chiaro che omega sia molto prossimo a 1. Se omega fosse molto piccolo, infatti, la massa del cosmo non sarebbe sufficiente ad arrestare l’espansione per gravità, che quindi continuerebbe inesorabilmente, portando a un universo sterminato gelido e buio. Se omega fosse molto grande, invece, il cosmo sarebbe collassato rapidamente sotto il suo stesso peso, prima che si formasse la vita.

Alla ricerca di altre risposte

L’elenco potrebbe continuare con molti, molti  altri esempi. Quello che è certo è che la nostra esistenza si basa sulla combinazione di numerosissimi aspetti e se solo uno di essi fosse stato anche lievemente diverso, nulla di ciò che conosciamo esisterebbe.

Su questa consapevolezza si basa il cosiddetto principio antropico (dal greco anthropos, essere umano). Il principio antropico afferma che le leggi della natura sono organizzate in modo tale da rendere possibile la vita e la coscienza.
Se questa organizzazione sia stata programmata da una mente superiore per realizzare un grande disegno, o se sia frutto del caso, è probabilmente il problema che accomuna più di ogni altro gli esseri umani, di qualsiasi provenienza geografica,culturale  o storica. Il dibattito è rovente anche tra gli stessi scienziati, tanto che al principio antropico sono stati assegnati aggettivi diversi, a seconda delle interpretazioni. Ad esempio, il principio antropico forte sostiene che l’universo è così perfetto per ospitarci proprio perché è stato concepito appositamente per questo scopo. Il principio antropico debole, invece, afferma che l’universo è regolato da leggi che rendono possibili vita e coscienza, senza preoccuparsi del motivo. In questo caso, l’Universo ci appare ospitale non perché è stato progettato così, ma perché se non fosse stato ospitale non saremmo qui a osservarlo.

Il grande problema del principio antropico è che non è dimostrabile, non basandosi su evidenze scientifiche, ma piuttosto sulla sensazione di abitare in un ambiente che, come uno strumento musicale, è accordato alla perfezione.
Alcuni studiosi pertanto rifiutano il principio antropico, e propendono invece per la teoria del multiverso. Essi ritengono che esistano innumerevoli universi, per la maggior parte instabili e quindi non capaci di sostenere la vita. Tuttavia, secondo la legge delle medie, possono esistere anche rari universi in cui vigono le condizioni di stabilità necessarie alla vita, e noi ci troviamo in uno di questi. Come dire: puntiamo un ambo al Lotto, e prima o poi, per la legge delle medie, è probabile che uscirà.

La teoria del multiverso però non risolve definitivamente il problema, non risponde cioè alla questione originaria: coincidenza o disegno? Che il nostro universo sia unico, o piuttosto uno di milioni di universi, lo sbigottimento di fronte a tante coincidenze resta. La domanda rimane aperta, e probabilmente lo rimarrà per sempre.

Non lasciamoci scoraggiare, però! Noi esseri umani siamo capaci di pensare, di ricercare, e di andare oltre, spesso raggiungendo traguardi che sembravano irrealizzabili. Non arrendiamoci, dunque. Continuiamo a porci domande e a ricercare risposte, percorrendo tutte le strade che si aprono davanti a noi. Naturalmente  con la scienza come faro, ma senza rinunciare alla spiritualità e alla irrazionalità, che rendono l’umanità tanto delicata e speciale.

 

Informazioni su Francesca Diodati 69 Articoli
Appassionata di astronomia, ha da sempre considerato se stessa come parte integrante dell’Universo. Da cui una struggente volontà di capirne tutti i segreti. La sua conoscenza della materia nasce, quindi, da una continua ricerca, sia per imparare, comprendere e crescere, sia per dare spazio alle emozioni e alle profonde riflessioni che imprescindibilmente accompagnano la scoperta del cosmo.

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6 Commenti    |    Aggiungi un Commento

  1. degna prosecuzione dell'articolo precedente.
    brava Francesca.

    non mi era nuovo il fatto che basta variare di poco un parametro fisico per avere un cosmo diverso dall'attuale.
    quindi ci dovrebbero essere una combinazioni di valori tra i parametri per permettere la nascita della vita?
    Quindi si presume che non era un evento inevitabile ma che sembra esserci stata abbastanza fortuna secondo questa analisi.

  2. Fortuna o programma, ancora non lo sappiamo. Non so se lo sapremo mai, ma comunque ottimo articolo: spiega entrambe i punti di vista e i rispettivi punti deboli
    Chissà se riusciremo a risolvere questo enigma vecchio come il mondo. Temo però che sia una di quelle cose indimostrabili proprio perchè non è sotto il nostro naso...

  3. Citazione Originariamente Scritto da Francesca Diodati Visualizza Messaggio
    [...]la sensazione di abitare in un ambiente che, come uno strumento musicale, è accordato alla perfezione.
    Questa frase mi ha fatto riflettere, e mi è venuto il dubbio: se l'accordatura non fosse poi così perfetta?
    Se non sbaglio, attualmente le torie e le osservazioni non prevedono un rallentamento dell'espansione dell'universo, anzi, sembra piuttosto il contrario!

    Se ci fosse un "disegno intelligente" antropocentrico, a mio modo di vedere, sarebbe stato più sensato che proprio nel momento in cui l'umanità si avvicina a scopre i più "intimi" segreti della materia o comunque ha solide basi per cominciare a porsi seriamente determinate domande, quello sarebbe il momento giusto per avere un universo il più possibile statico, con una espansione di molto rallentata o comunque con la possibilità di prevederne l'inversione entro un periodo pari a quello trascorso dalla sua nascita, in modo da sentirsi per davvero quasi "al centro" dell'universo (temporalmente parlando)...

    A meno che il nostro futuro non preveda, come raccontano alcuni autori di fantascienza, un'evoluzione tale che ci porti ad elevarci a pure forme di energia, per le quali gli eoni siano noccioline da sgranocchiare; in questo caso, noi e le eventuali altre innumerevoli civiltà disseminate nell'universo, non saremmo altro che un "brodo primordiale" per i futuri abitanti del cosmo!

  4. Grazie a tutti!
    Concordo con Danilo...non saprei se propendere per fortuna o programma...e sono contenta che l'articolo sia riuscito a fornire un po' tutti i punti di vista, anche se in modo molto sommario.
    Bertupg: ha molto senso quello che dici! Ma se ci fosse davvero un'intelligenza superiore allora sarebbe molto difficile capirne i ragionamenti che magari andrebbero controcorrente rispetto al nostro senso comune :-).

  5. E se piccole variazioni nelle leggi fisiche portassero invece alla formazione di diverse particelle, con diversi equilibri, e diverse forme di vità?!?! Il principio antropico non prende in cosiderazione un ipotesi del genere? in fin dei conti conosciamo così poco.... e sopratutto non abbiamo alcun dato su quanto sia diffusa la vita (o meglio, l'unico dato a nostra disposizione è evidentemente viziato da un notevole deficit nella capacità(possibilità) di osservazione). Non pensate?

  6. Citazione Originariamente Scritto da Davide Visualizza Messaggio
    E se piccole variazioni nelle leggi fisiche portassero invece alla formazione di diverse particelle, con diversi equilibri, e diverse forme di vità?!?! Il principio antropico non prende in cosiderazione un ipotesi del genere? in fin dei conti conosciamo così poco.... e sopratutto non abbiamo alcun dato su quanto sia diffusa la vita (o meglio, l'unico dato a nostra disposizione è evidentemente viziato da un notevole deficit nella capacità(possibilità) di osservazione). Non pensate?
    Credo sia impossibile prendere in considerazioni ipotesi del genere. Non possiamo valutare un universo in cui la forza di gravità sia diversa da quella che conosciamo, per definizione. In ogni caso, anche se avessi ragione, non credo esisteremmo noi, ma altri esseri viventi più adatti a quelle condizioni. Che poi si formino particelle diverse, è tutto da dimostrare. Credo che dobbiamo attenerci alla nostra realtà,altrimenti si va a speculare su cose che non hanno una base. Ma è solo una mia opinione