Il piccolo naviglio

L’amicizia non ha dimensioni e nemmeno limiti. Una piccola favola e niente più.

La vita scorreva senza alti e bassi, ma in perfetta armonia con lo splendore che circondava lei ed il suo proprietario, amico e complice di moltissime avventure. Sapevano ancora contemplare le bellezze della galassia e la loro ammirazione per il “grande cannibale” che si annidava al centro era sempre enorme. Molte volte erano anche passati a relativa breve distanza dal gigantesco buco nero, terrore e sfida di tutti i viaggiatori. Per lei ed il suo “lupo del Cosmo” era solo una meraviglia della Natura e spesso si fermavano a guardarlo per ore ed ore, mentre ingoiava senza pietà la materia che aveva avuto la sfortuna di capitargli a tiro. Lo consideravano quasi come un amico solitario e burbero. Proprio come loro. Sicuramente lui non poteva mai avere notata la piccola e anonima cometa, ma a lei piaceva immaginare che la salutasse ed allora gli rispondeva con qualche sbuffo radioattivo lampeggiante. Il suo proprietario se ne accorgeva, ma non diceva niente, anzi sorrideva: tra loro c’era una complicità che non aveva bisogno di parole.

Nel viaggio di ritorno verso la Terra, con un carico di legname ferroso di Luxen VIII, stavano proprio passando molto vicine al loro terribile e meraviglioso amico, quando comparve improvvisamente l’Imperatrice. Era la più veloce e perfezionata astronave passeggeri dell’intera galassia. Costruita solo due anni prima faceva la rotta Terra-Daran VI in soli 24 giorni, utilizzando un motore di ultima generazione che combinava la potenza dei muoni con la rapidità dei neutrini. Era considerata il gioiello del Cosmo e nessuno osava contraddirla. Tutte le sue colleghe la rispettavano e ne erano succubi. Costrette a subire il suo sgradevole carattere arrogante, vendicativo e maligno, avrebbero voluto vederla disintegrata, ma sapevano che era un sogno impossibile.

Apparve in tutto il suo splendore proprio al lato destro della $Cometa$ e lei rimase per un attimo esterrefatta ed impressionata. Era veramente una meraviglia. Rallentò visibilmente e sentì distintamente il mormorio di disprezzo dell’Imperatrice: “levati dai piedi, ridicola carriola arrugginita. Mi hai fatto perdere ben tredici secondi del mio prezioso tempo. Mi ricorderò di te e te la farò pagare”. Accelerò al massimo e scaricò il suo flusso muonico proprio contro la fiancata della piccola astronave. Poi scomparve nell’immensità dello spazio.

La $Cometa$ subì una sorte ben diversa: cominciò a ruotare su se stessa senza controllo ed a nulla valsero i suoi tentativi di frenare azionando i retrorazzi protonici. Vecchi e malandati non riuscirono a rallentare la sua caduta inarrestabile verso il centro della galassia. Il mostro immenso e spettrale si avvicinava sempre più. Nemmeno la $Cometa$ in quel momento riuscì a vederlo come un amico. Il terrore puro la colse e sentì contemporaneamente il battito frenetico del cuore del suo comandante. Sembrava rimbombare come un tuono. Ormai erano immersi nel gas denso e luminoso che spiraleggiava cadendo verso la bocca affamata del cannibale.

Fu trascinata dalla corrente sempre più impetuosa e capì che stava morendo insieme al suo amato padrone. Ripensò alle centinaia di viaggi, alle splendide giornate passate in contemplazione delle stelle e dei pianeti più strani, ma non alle cattiverie subite. Solo un brevissimo ultimo pensiero per quella ignobile e malvagia Imperatrice. Per la prima volta provò un vero lampo d’odio e sentì se stessa mormorare: “darei qualsiasi cosa pur di fargliela pagare prima di essere distrutta!” Proprio in quel momento capì che stava sopraggiungendo la fine. Percepì addirittura una voce profonda e cavernosa provenire dal nulla: “non voglio niente. A me basta l’amicizia!”. Dopo di che le sembrò di vivere in un sogno. L’enorme massa nera che le stava di fronte iniziò ad aprirsi lentamente e poi sempre più in fretta. Si sentì sprofondare in quel tunnel buio ed infinito, ma non provò dolore. Stava precipitando e si aspettava un impatto, un’esplosione, una disintegrazione, qualcosa insomma.

Invece si accorse che il battito del cuore del suo padrone stava rallentando e tornando regolare. Aveva ripreso il controllo? Ma com’era possibile? Poi comprese che stavano viaggiando perfettamente anche se in un incubo nero e sconosciuto. Poi, lontanissima, ecco di nuovo la luce. Prima un punto, poi una finestra e poi dovunque tutt’attorno. Si trovarono immerse nel gas che stava precipitando verso un Buco Nero. Solo che loro stavano andando in verso opposto. Ne stavano uscendo a velocità elevatissima. La $Cometa$ rallentò e capì di trovarsi vicinissima al centro di Andromeda, riconobbe le stelle, mentre dietro la coda incombeva la gigantesca massa scura da cui erano usciti, molto più grande del Buco Nero, suo simile, in cui erano poco prima precipitati. Le venne naturale azionare il motore e mandare verso il gigante i soliti sbuffi radioattivi che usava ogni volta che salutava tacitamente il suo “collega” tanto lontano. Poi accelerò e si diresse con grande tranquillità verso l’ormai vicinissimo Daran VI.

Stava chiacchierando amabilmente con una decina di grandi e lussuose astronavi che l’ascoltavano con ammirazione e rispetto, quando, parecchi giorni dopo, giunse nello spazio-porto l’Imperatrice. Vide subito la $Cometa$, la riconobbe ed i suoi motori si fusero con enorme rumore di ferraglia arrugginita.

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3 Commenti

  1. Bravissmo Professore: in tempi di dura presenza di arroganti ed arrogantelli, non poteva che “partorire” un si’ ben fatto racconto.
    Chi va’ piano va’ sano e va’ lontano e soprattuttoammira il paesaggio e scopre tante cose nuove.
    In più l’arroganza non paga e non deve mai pagare, deve finire questa epoca di sapientoni arroganti ed nsipidi, di vessatori verso chi fa con calma e precisione il propriolavaoro o porta avanti il proprio hobby o cura tranquillamente la propria famiglia.
    Grazie comunque come al solito per l’ottimo racconto.

  2. Condivido quello che dice l’amico MarioFiori e aggiungo che basterebbe arrendersi alla vita e lasciare che sia, senza voler sempre controllare gli eventi ma solo viverli.
    E le sorprese arrivano sempre.
    Oggi si riparte bene grazie all’amico 😳 grazie a Enzo! 😉

  3. @Ivonne e per tutti,
    avete visto che bella “intrusione” abbiamo avuto sui Maya? Forse è uno dei fan do Jacob o magari è … lui stesso!!! Mistero!!! Non sono riuscito a non rispondergli subito e mi scuso con Pierluigi se l’ho preceduto. Penso comunque che sia in perfetta sintonia con me!! 😉