Questa serie di articoli fa uso del Simulatore di costellazioni in 3D, descritto in questo articolo. Se si dovessero riscontrare problemi nel caricamento delle pagine, scaricare manualmente l’ultima versione di JRE (Java Runtime Environment) all’indirizzo:
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Come nel caso dell’Eridano e del Serpente, l’inventore della costellazione del Drago non ha dovuto sfruttare più di tanto la propria fantasia per immaginare un Drago tra stelle vicine alla stella Polare: bastava “unire con un tratto di penna” più puntini luminosi ed ecco lì che il Dragone è bello che pronto. Pensate che nemmeno H.A.Rey, un esperto nel $campo$, era riuscito a fare di più: un drago sinuoso che si avvolge tra le stelle del cielo.
Rappresentazione nel tempo
Vediamo subito come gli antichi rappresentavano il Drago: Hevelius lo raffigura come una specie di serpentone più volte arrotolato in spire e con una lunga coda
Praticamente identica la raffigurazione dell’Uranometria
Invece Stellarium dà un significato differente all’aspetto e soprattutto all’animale, che ora è più simile (seppur stilizzato) ai draghi sputafiamme medievali, con due paia di zampe.
Il Drago in 3D
Vediamo invece la modernissima rappresentazione in 3D della costellazione, disegnata come di consueto su di un foglio che noi possiamo girare con le frecce destra e sinistra (dopo aver ovviamente cliccato sulla figura girevole ed aver così aperto un’altra pagina del browser con il nostro foglio). Qui vediamo la rappresentazione convenzionale del Drago, che cambia pochissimo premendo il tasto “f“: comunque la cosa più importante è vedere le varie stelle disegnate come si sviluppano in profondità a seconda della loro distanza dal noi. Sappiamo che premendo “n” possiamo accendere i numeri verdi che rappresentano le distanze in anni luce di ogni singolo puntino.
Da qui possiamo vedere, come già anticipato, che ci sono parecchie stelle vicine a noi, molte più di quelle che ho utilizzato per la rappresentazione e che in genere arrivano alla sesta magnitudine.
Stelle vicine
In particolare abbiamo una dozzina di stelle al di sotto della soglia dei 60 anni luce, distanza dalla quale il Sole apparirebbe (ma in realtà “appare”) di sesta $magnitudine$ e perciò invisibile ad occhio nudo. Come già fatto altre volte ho raggruppato queste stelle in una tabella in cui ho riportato per ognuna la distanza in anni luce, il nome (cliccando il quale si apre un’immagine che rappresenta il $campo$ stellare intorno al nostro Sole, se visto in prossimità della stella considerata) e la classe spettrale della stella stessa.
Distanza (anni luce) | Nome della Stella e link alla foto | Classe Spettrale |
---|---|---|
11.5 | Gliese 725A e B | M3 |
14.8 | Gliese 687 | M3 |
19 | σ Dra | M4 |
19.8 | GJ 1221 | DX9 |
21.3 | Gliese 625 | M1 |
26 | χ Dra | F7 |
42 | HIP 85235 | K0 |
46 | 26 Dra | K0 |
49 | 19 Dra | F6 |
54 | BY Dra | K7 |
57 | HIP 100017 | G3 |
Le stelle più vicine a noi, perché si tratta di una stella doppia, sono Gliese 725A e B, entrambe di classe M3 e distanti da noi 11.5 anni luce: dai paraggi di queste due stelle, il Sole brilla di $magnitudine$ 2.5 in un $campo$ stellare del nostro cielo australe, con stelle del calibro di Canopo, Sirio, Alfa Centauri ed altre della costellazione della Nave di Argo (Vele e Poppa della nave). La presenza di tutte queste stelle del nostro emisfero australe dovrebbe apparire ben chiara: la costellazione del Drago si trova dalle parti del Polo Nord Celeste e osservando il cielo da quella zona, il Sole viene proiettato nella parte opposta, in vicinanza del Polo Sud Celeste: tutto questo perché, ricordiamolo sempre, le stelle hanno coordinate tridimensionali in uno spazio tridimensionale e quelle più vicine a noi permettono il verificarsi di giochi prospettici del tutto nuovi ed al quale non siamo abituati.
Parlando di novità, se guardate la foto relativa a Gliese 687 (posta a poco meno di 15 anni luce da noi) potrete scoprire che da quella stella, il nostro Sole (di $magnitudine$ 3) si trova all’interno del cosiddetto LMC (Large Magellanic Cloud), un ammasso stellare molto vicino alla Via Lattea, visibile anche ad occhio nudo come un bel batuffolo di cotone, ma non dalle nostre latitudini: il Sole vi si trova proprio nel mezzo, dando così l’impressione agli amici Seicentottantasettani di farne parte.
Da σ Dra e da χ Dra invece il Sole, quasi di quarta $magnitudine$, ora non fa più parte apparentemente dell’LMC, dal quale è ben staccato: da GJ 1221 invece il Sole appare proprio ai margini dell’ammasso stellare, mentre (saltando alla stella HIP 85235) ormai superata la quinta $magnitudine$ appare poco luminosa tanto da confondersi stavolta proprio con le stelle dell’LMC!
Proprio perché siamo in presenza di stelle da considerare non spiaccicate sulla sfera celeste, ma sempre in tre dimensioni e poste nello spazio ognuna ad una certa distanza, ora accade che dalla stella 26 Dra (posta a 46 al da noi) il nostro Sole, diventato praticamente invisibile ad occhio nudo, si trova in un $campo$ stellare dove ora ha fatto la sua apparizione nientemeno che Altair, oltre alla già citata χ Dra. Se riuscite a “vederlo” si tratta di un gioco di prospettive stupefacente!
Stelle Polari
No, non è sbagliato il titolo! E’ giusto il plurale! Noi tutti bene o male conosciamo la stella polare, all’interno dell’Orsa Minore, che gli antichi chiamavano Alruccabah: noi la chiamiamo “Polare” perché negli ultimi millenni è proprio lei a trovarsi vicina al Polo Nord Celeste. Sappiamo che per effetto della Precessione degli equinozi (a questo link trovate il mio articolo) il PNC si sposta lentamente nel cielo descrivendo un cerchio in circa 26000 anni, avvicinandosi di tanto in tanto a stelle luminose.
Il titolo del paragrafo parla perciò a ragione di stelle polari, dato che anche la stella α Dra (Thuban) può diventare per un certo tempo la stella “Polare”: lo è stata circa nel 2700 aC (all’epoca della costruzione delle Piramidi egiziane) e lo sarà nuovamente nell’anno 21000 (circa!!) .
Ho sottolineato più volte la parola “circa” perché i valori indicati sono assolutamente approssimati, specie il periodo della precessione degli equinozi (come spiego ampiamente nell’articolo): tengo a precisarlo perché non di rado esce il solito studio “scientifico” del solito scienziato dai lunghi capelli, che collega il periodo suddetto ad improbabili eventi (di solito catastrofici, che strano!). Come sempre, sommando ad un valore iniziale “di comodo” un altro valore “di comodo” (vicino a 26000) per la precessione si ottiene magicamente la data esatta di un evento, che tanto per cambiare poi non avviene…
Oggetti deep sky
Tra i tantissimi oggetti $Deep Sky$ presenti all’interno della costellazione del Drago, ne ho scelti quattro assolutamente fantastici (ricordo che cliccando la foto se ne apre una ancora più dettagliata). Iniziamo dalla nebulosa planetaria NGC 6543: qui la vediamo splendida in una foto da applauso da parte dell’infaticabile HST.
L’oggetto misterioso che si vede al centro è la $nebulosa$ denominata Cat’s Eye Nebula ($Nebulosa$ Occhio di Gatto) : qui lo vediamo in maggiore dettaglio (e possiamo cliccare pure sulla foto!)
La foto successiva invece riguarda una galassia lenticolare, completamente di taglio, nota come NGC 5866, ma catalogata anche da Messier come M102
In mezzo a queste meraviglie gigantesche, ecco invece la “Draco Dwarf Galaxy” ($galassia$ nana del Drago), un ammasso di stelle molto interessante
Tornando ad oggetti grandissimi, ecco di nuovo una $galassia$ a spirale barrata, denominata NGC 4319, accompagnata dal più piccolo oggetto in alto a destra, Markarian 205, una $galassia$ molto compatta, attiva, con forti emissioni nell’ultravioletto, in parole povere una quasar a bassa luminosità
Stelle grandi
Veniamo ora alle stelle del Drago di dimensioni importanti: nel diagramma di comparazione vediamo una decina di stelle non proprio mostruose, come quelle messe nello sfondo, ma che hanno dimensioni di tutto riguardo. Partiamo da 4 Dra, una gigante rossa con un diametro di “appena” 104 volte quello del Sole: nulla a che vedere con le “sottostanti” Betelgeuse, Antares, ρ Cas, P Cyg e VY CMa veri mostri del cielo, ma sempre tre volte più grande della blasonata Aldebaran.
In questa foto, realizzata con Celestia, vediamo un’intensa stellona rossastra di più di 5° di diametro alla bella distanza di 10 UA (quella di Saturno dal Sole): i miei amici Quattrodrai dicono che è davvero fastidiosa da osservare da vicino. Nulla da obiettare!
Scendendo di grandezza, troviamo 7 Dra, della stessa classe della povera Aldebaran, che batte con un diametro quasi esattamente doppio. Successivamente troviamo la $gigante$ d Dra, di classe F7 e scendendo ancora di più ci imbattiamo nella β Dra (Rastaban) una stella della stessa classe spettrale del Sole (G2), ma grande ben 40 volte: i miei amici Rastabanani (dai lunghi capelli, un po’ fumati e ghiotti di chiquitas) mi hanno invitato a fotografare la loro $gigante$ gialla dalla distanza di 10 UA. E’ luminosissima, dello stesso colore del Sole ma con un diametro di poco più di 2°: nella foto ho aggiunto a sinistra il Sole visto dalla stessa distanza, quella di Saturno.
I nomi delle stelle
In questa costellazione praticamente tutte le stelle principali hanno ricevuto un nome, che andiamo ad analizzare insieme.
- Thuban (α Dra): coda del drago
- Rastaban (β Dra): testa del drago
- Eltanin (γ Dra): testa del drago
- Altais (δ Dra): la capra
- Tyl (ε Dra): significato sconosciuto
- Dhibah (ζ Dra): la iena
- Dhibain (η2 Dra): la iena
- Edasich (ι Dra): la iena maschio
- Giausar (λ Dra): il posto del veleno
- Alrakis (μA Dra): cammello al trotto
- Alwaid (ν Dra): la madre dei cammelli
- Grumium (ξ Dra): mascella inferiore del drago
- Tais I e II (π e ρ Dra): la capra
- Alsafi (σ Dra): tripode di una cucina aperta
- Athafi I e II (υ e τ Dra): tripodi di una cucina aperta
- Aldhiba (φ Dra): altra iena
- Alahakan (χ Dra): due tori neri
- Dziban I e II (ψA e ψB Dra): due iene
- Adfar Aldib I e II(f e ω Dra): gli artigli della iena
Insomma, va bene dare un nome a tutte le stelle, ma del povero Drago c’è rimasto poco (due teste, la coda e la mascella): per il resto c’è uno zoo di altri animali tra cui una mezza dozzina di iene, capre, cammelli, tori… E c’è anche lo spazio per una gita fuori porta…
Visibile sempre…
Come detto si tratta di una costellazione circumpolare, visibile ogni notte a qualsiasi ora: non resta che osservarla!
Un vero spettacolo, che mi piacerebbe approfondire,
Che bella la nebulosa occhio di gatto!