Due costellazioni sconosciute: Mensa e Pictor

In questa puntata conosceremo insieme due costellazioni moderne, ai più sconosciute, perché si trovano in pieno cielo australe: nel titolo ho messo i nomi latini che poi tradurrò al meglio.

Questa serie di articoli fa uso del Simulatore di costellazioni in 3D, descritto in questo articolo. Se si dovessero riscontrare problemi nel caricamento delle pagine, scaricare manualmente l’ultima versione di JRE (Java Runtime Environment) all’indirizzo:
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Mensa

La costellazione Mensa
La costellazione Mensa

Il nome latino significa tavola e potrebbe far pensare ad una tavola imbandita: in realtà la costellazione moderna è stata battezzata così da Lacaille, per ricordare la Table Mountain, un monte situato in Sudafrica, dove l’Astronomo fece parecchie osservazioni. Sia che si tratti di un desco o di una montagna, questa costellazione è la meno appariscente di tutto il firmamento dal momento che la sua stella principale, α Men (che incontreremo fra breve), è appena di magnitudine 5: con queste premesse anche recandosi nell’emisfero australe sarà molto difficile innanzitutto riconoscerla e poi vedere tra le sue stelline una montagna.

l'applet della costellazione in 3D
l’applet della costellazione in 3D

Nemmeno il compianto H.A.Rey è riuscito nell’impresa di disegnare il Monte Tavola con i fiochi puntini che compongono la costellazione: cliccando sull’animazione a fianco apriremo l’applet 3D che visualizza le stelle della Mensa in un foglio virtuale, ma anche premendo “f” non si ottiene altro che una linea, che congiunge (chissà perché) le stelle β Men e μ Men ignorando completamente la più luminosa, o meglio la meno debole.

Dal diagramma di Stellarium impariamo che la costellazione è adiacente all’Octans, l’Orsa Minore del Polo Sud Celeste e perciò è circumpolare, assolutamente invisibile alle nostre latitudini. Aggiungo già che nessuna delle sue stelle ha ricevuto un nome ed inoltre, dato che non è stata creata nell’antichità, non se ne trova traccia né nell’Uranometria né nell’opera di Hevelius: invece possiamo vederne la rappresentazione pittorica che ne dà Stellarium. L’immagine è girata di 90° proprio per poter vedere la raffigurazione del Monte Tavola e delle nuvolette soprastanti.

il Monte Tavola secondo Stellarium
il Monte Tavola secondo Stellarium

Alla ricerca di oggetti celesti

In una costellazione formata da stelle molto deboli, potrebbe sembrare difficile trovare oggetti interessanti, ma non è così.

Intanto, parte della LMC (Large Magellanic Cloud) si estende dentro i confini della Norma e ciò fa scattare automaticamente la pubblicazione di questa bella foto da parte dell’HST

la Large Magellanic Cloud
la Large Magellanic Cloud

Poi abbiamo un bel globular cluster, NGC 1987

il globular cluster $NGC$ 1987
il globular cluster NGC 1987
il Sole visto da alfa Men
il Sole visto da α Men

Per quanto riguarda le stelle vicine al Sole e comunque sotto la soglia dei 60 al da me utilizzata, ne troviamo addirittura due: la più vicina, posta a 33 al dal nostro Sole è la più luminosa, α Men, una stella di classe G5 e dunque della stessa famiglia della nostra nana gialla. Dato che la Mensa si trova vicinissima al Polo Celeste Sud è inevitabile che il Sole, se visto dalle vicinanze di α Men, risulti in una zona di cielo contenente stelle dell’$emisfero$ boreale: troviamo infatti la Polare e Kocab (anche lei dell’Orsa Minore), ma anche Vega ed un intruso eccellente, Sirio, che si trova lì in virtù della sua distanza di appena 8 al da noi. La conferma di questo ce la dà la foto fatta dai miei amici Alfamen, una simpatica popolazione di fanatici dei fumetti dei super-eroi, tanto che girano sempre con improponibili calzamaglie variopinte con davanti una delle 73 lettere del loro alfabeto: quella che va più di moda riporta il carattere , che per noi è l’infinito, mantre per loro è l’aspetto di ognuno dei loro sei occhi.

La seconda stella per vicinanza è π Men, di classe spettrale G3, posta a 59 al da noi: i miei amici Pimenici non hanno fornito foto del Sole visto dalle loro parti, ma ciò non è un problema dato che la nostra stella del giorno è debole e posta praticamente nello stesso $campo$ stellare di α Men, con in più una debole Altair.

il confronto tra le stelle della Mensa e altre decisamente più note
il confronto tra le stelle della Mensa e altre decisamente più note

Nel mio diagramma di confronto tra le stelle della costellazione del Monte Tavola ed altre decisamente più famose, spuntano appena due stelle: la prima, η Men, di classe spettrale K6, è grande 52 volte il nostro Sole e cioè quasi il doppio della notissima Aldebaran, mentre la seconda, β Men,  l’ho inserita perché è di classe spettrale G come il nostro Sole, ma è grande ben 29 volte la nostra nana gialla. Stavolta non parlo di improbabili amici, né EtameniBetamenidi, in quanto semplicemente non esistono più. La leggenda narra che eoni fa gli abitanti delle due stelle si sono imbarcati in un viaggio interstellare con una gigantesca nave stellare a forma di pianeta, della quale però non si sa più nulla: peccato, perché alcune fonti riportano che il pianeta fosse molto bello, pieno di continenti e di oceani azzurri, con un’atmosfera composta da azoto e ossigeno e due calotte polari piene di ghiacci. Un vero peccato non saperne più nulla…


Pictor

la costellazione del Cavalletto del Pittore
la costellazione del Cavalletto del Pittore

Anche se il nome latino significa pittore, la costellazione si riferisce al Cavalletto del Pittore, che ovviamente non ritroveremo congiungendo i puntini, ma solo nella fervida immaginazione del suo ideatore, l’Astronomo francese Lacaille. Dato che si tratta di una costellazione moderna, non troveremo nessuna stella dotata di nome greco o latino. Anticipo già che neanche il Pictor è visibile dalle nostre latitudini, essendo vicinissima alla bella Canopo, sconosciuta nei nostri cieli, ma che mi dicono molto bella nei cieli australi.

la rappresentazione 3D della costellazione
la rappresentazione 3D della costellazione

L’animazione a fianco come sempre permette di aprire il simulatore 3D nel cui foglio virtuale si vedono le poche stelle della costellazione, che si distaccano dal foglio stesso di un segmento pari alla loro distanza da noi in anni luce. Anche se le stelle rappresentate sono poche, trovo sempre istruttivo il fatto di poterle vedere in 3 dimensioni, accendendo e spegnendone i nomi con la barra spaziatrice e le distanze con “n“.

L’unico aspetto che abbiamo del Cavalletto è quello fornito da Stellarium

il Cavalletto del Pittore secondo Stellarium
il Cavalletto del Pittore secondo Stellarium

Oggetti deep sky

Tra gli oggetti deep sky presenti nella costellazione ho scelto NGC 1705, del quale vediamo una bella foto da parte dell’HST: cliccandola ne vedremo una versione ad alta risoluzione

la $galassia$ irregolare $NGC$ 1705
la galassia irregolare NGC 1705

All’interno della costellazione è presente un grande ammasso di galassie, denominato con la semplice sigla SPT-CL J0546-5345, che qui vediamo in una foto all’infrarosso da parte della sonda Spitzer

il super ammasso di galassie SPT-CL J0546-5345
il super ammasso di galassie SPT-CL J0546-5345

con un cerchietto giallo sono indicate le galassie più vecchie, ellittiche, mentre con il circoletto blu sono indicate le galassie più giovani, a spirale.

Stelle interessanti

Veniamo ora alle stelle interessanti, iniziando da due stelle vicine: la prima è vicinissima, appena 12.76 al di distanza, di classe stellare M1 e si tratta della cosiddetta Kaptein’s Star, dal nome del suo scopritore e nota anche con la sigla HIP 24186. Si tratta di una stella con un moto proprio molto alto, il secondo in assoluto dopo quello record della Stella di Barnard, di cui avevo parlato in questo articolo: in base ai valori del suo moto proprio elevato si sa che questa stella è transitata poco più di 10.000 anni fa ad appena 7 al dal Sole e da allora se ne sta allontanando. I miei amici indigeni, i Capitoni, sono simpatici, ma tutto sommato molto viscidi: abitano in un pianeta ricco di paludi, praticamente in mezzo all’acqua e tra le loro caratteristiche folkloristiche non festeggiano il Natale, anzi per un paio di settimane a cavallo della fine dell’anno si rinchiudono tutti in casa, per riuscire solo con l’anno nuovo. Paese che vai, usanze che trovi…  Comunque dal loro pianeta il Sole appare quasi di terza $magnitudine$ in una zona del cielo dove appaiono Vega, stelle del Drago e dell’Ercole nonché la prezzemolina Alfa Centauri.

L’altra stella più vicina è invece decisamente più distante, 42 al, e si tratta della stella denominata HIP 27887, di classe spettrale K2: anche da questa stella il Sole, di $magnitudine$ stavolta molto più bassa, la 5a, appare più o meno circondata dalle stelle visibili dalla Kaptein’s, alle quali ora si aggiungono altre del nostro Cigno. I miei amici astronomi del luogo sono dei personaggi spettrali, quasi trasparenti, e sono amanti della montagna, quell’unica montagna che svetta nel loro pianeta e che loro scalano mille e mille volte grazie alla forza delle loro quattro braccia ed altrettante gambe: spendono parecchio in scarponi, ma si sa che la passione non ha prezzo.

il confronto della stella del Cavalletto del Pittore con altre stelle
il confronto della stella del Cavalletto del Pittore con altre stelle

Ma torniamo a cose più serie, ad esempio al diagramma di confronto tra le stelle (o meglio la stella) del Cavalletto ed altre stelle più famose e grandissime: la stella η2 Pic, di classe stellare M2, ha un diametro pari a 41 volte quello del Sole e risulta ancora una volta più grande dell’arcinota Aldebaran, che praticamente in ogni costellazione trova stelle più grandi di lei.

Inutile dire che i miei amici Etaduèpici ne sono così orgogliosi da festeggiare il 30 febbraio la giornata chiamata Ciao Aldebaran: la cosa strana (di cui vi sarete già accorti) è che hanno un $calendario$ con i mesi tutti sfasati e di lunghezza diversa rispetto ai nostri. La loro tiritera che insegnano ai bambini a scuola recita così: “Quarantuno dì conta Marzo, con Luglio, Agosto e Settembre” … eccetera…

Chiudo l’analisi di questa costellazione ribadendo l’assenza di stelle battezzate con un nome ed il fatto che non risulta visibile dalla nostra penisola.

 

Informazioni su Pierluigi Panunzi 477 Articoli
Classe 1955, sono nato e vivo a Roma, laureato in Ingegneria Elettronica, in pensione dopo aver lavorato per anni nel campo del software, ma avrei voluto laurearmi in Astronomia. Coltivo la passione per l’astronomia dal giorno successivo allo sbarco dell’uomo sulla Luna, maturando un interesse sempre crescente per la Meccanica Celeste, il moto dei pianeti, la Luna e i satelliti. Da molti anni sono divulgatore scientifico e in passato ho presieduto a serate astronomiche organizzate a Roma e paesi vicini. Da parecchi anni mi sto perfezionando nell’astrofotografia grazie all’auto-regalo di varie apparecchiature digitali

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