Non c’è pace per SLS, l’inedito razzo che renderà possibile il progetto Artemis e con esso il ritorno umano sulla Luna.
Stavolta le preoccupazioni non derivano da complicazioni tecniche ma dall’unica cosa non controllabile dagli ingegneri: il meteo.
Una depressione tropicale formatasi nel Mar dei Caraibi, tenuta sotto osservazione dalla NASA dalla scorsa settimana, è progredita nell’uragano Ian e minaccia di evolvere già entro stasera in categoria 3 con venti di velocità superiore ai 180 km orari. È previsto che raggiunga le coste della Florida al più tardi nella serata italiana di giovedì.
Ron DeSantis, governatore dello Stato, ha dichiarato l’emergenza per l’intera penisola del Sunshine State a causa della tempesta che si teme possa colpire con esiti catastrofici.
Ma su queste pagine parliamo di esplorazione spaziale, quindi naturalmente il nostro pensiero va anche al razzo SLS che attualmente si trova sul pad di lancio.
Dopo alcuni giorni di attente analisi, i dirigenti della NASA hanno valutato i rischi e comunicato poche ore fa la decisione di spostare il razzo per riportarlo al suo hangar, vale a dire il colossale Vehicle Assembly Building che ne ha visto ogni fase della costruzione durante i mesi passati. La priorità dell’agenzia spaziale è stata la sicurezza del personale oltre che l’integrità del prezioso veicolo. Da circa tre giorni erano in ogni caso già iniziate le operazioni preliminari allo spostamento, con lo scopo di attuare le azioni necessarie nell’eventualità (verificatasi) di un peggioramento delle condizioni meteorologiche.
Lo spostamento lungo i 6 km che separano il pad dal VAB sarà ancora una volta reso possibile dal Crawler-transporter 2, il mezzo da trasporto che, con varie revisioni nel corso dei decenni, accompagna da sempre i razzi della NASA (ho dato qualche dettaglio sul Crawler qui). La movimentazione di SLS dovrebbe iniziare già stasera, è disponibile una live a questo indirizzo.
Questa tegola per Artemis 1 ha purtroppo fatto saltare una potenziale finestra di lancio di 70 minuti che si sarebbe aperta il 27 settembre alle 11:37 locali oltre che una di backup per il 2 ottobre.
I tecnici della NASA hanno lavorato sodo nelle scorse settimane per individuare e risolvere il problema che ha causato l’annullamento dell’ultimo tentativo di lancio avvenuto il 3 settembre. In quell’occasione un’intensa fuoriuscita di idrogeno liquido da uno dei tubi di rifornimento aveva costretto all’interruzione delle operazioni di caricamento dei serbatoi.
La riparazione, avvenuta nel corso della settimana seguente e senza muovere il razzo dal pad, era riuscita ed è stata testata con successo il 21 settembre nel corso di una procedura di pressurizzazione e completo riempimento dei serbatoi che ha simulato le stesse condizioni di preparazione al lancio. Durante le operazioni una nuova perdita si è presentata nell’interfaccia tra il razzo e il braccio di rifornimento detto quick disconnect, ma modulando il flusso dell’idrogeno liquido e riscaldando l’interfaccia stessa per indurne l’espansione i tenici sono riusciti a portare a termine il rifornimento del razzo con perdite entro i limiti di sicurezza.
Riguardo al prossimo tentativo di lancio, non si hanno al momento informazioni chiare sulla data che sarà scelta. Lanciare Artemis 1 richiede il verificarsi di particolari combinazioni legate alla posizione reciproca Terra-Luna, la necessità della capsula Orion di non essere mai in ombra per più di 90 minuti, ritornare sulla Terra con la giusta tempistica per compiere una manovra detta di “rientro con rimbalzo” (skip reentry) e infine ammarare in orario diurno. Vi lascio nelle fonti un PDF con tutte le date che soddisfano questi complicati requisiti da qui sino a luglio 2023.
Se siete arrivati a leggere sin qui sono certo che non abbiate bisogno di questa mia chiosa. Tuttavia i recenti sviluppi nell’area commenti sui social di Astronomia.com mi hanno purtroppo fatto ricordare l’esistenza di una minoranza estremamente chiassosa. Sono quelle persone che non hanno né voglia né interesse ad allargare i propri ristretti confini mentali ma, sebbene totalmente all’oscuro di determinati argomenti, non perdono occasione per esternare al mondo cosa passi loro per la testa a riguardo. E quando si parla di esplorazione spaziale e voli verso la Luna, porco Isacco Newton, non li si può proprio imbrigliare! Vanno a vuoto i tentativi di evidenziare che quegli stessi strumenti tecnologici impiegati per lamentarsi dell’inutilità di andare nello spazio…sono nati e sviluppati proprio grazie o a causa della ricerca spaziale.
Ricordate una o due cosette al vostro amico espertissimo di scienze missilistiche e di spazio: SLS è un razzo che non ha mai volato e che sta attraversando in queste settimane i suoi test più severi. Noi tutti ma soprattutto le agenzie spaziali coinvolte, per cui lavorano persone con qualifiche d’eccellenza, vogliamo che Artemis 1 fili liscio, perciò i parametri di sicurezza devono essere tutti rispettati con le massime attenzioni.
Si ricordano 11 rientri al VAB per il programma Shuttle che in tre decenni ha avuto due incidenti fatali, e chissà quanti intoppi con lo sviluppo del Saturn V (al tempo non c’erano le dirette su Youtube) che probabilmente non ha causato perdite umane solo per qualche fortunata coincidenza.
Space Launch System è il razzo più potente al mondo, nonché una delle macchine più complesse costruite dall’umanità. Direi che ritardare di poche settimane il viaggio inaugurale verso la Luna non qualifichi come “incompetente” chi sta sviluppando e testando questo mezzo meraviglioso.
Fonti:
https://blogs.nasa.gov/artemis/
https://abcnews.go.com/US/live-updates/hurricane-ian/?id=90445860
https://www.nasa.gov/sites/default/files/atoms/files/artemis_i_mission_availability_aug2022.pdf
Accidenti, non ci voleva!
Presumo che le operazioni di ritorno al VAB non siano una passeggiata per un colosso di questa portata.
Probabilmente il riposizionamento sulla rampa di lancio prenderà ancora più tempo di quanto ne sia necessario per metterlo a cuccia... Ma noi abbiamo pazienza!
Il viaggio da o verso il pad dura mediamente 8 ore.
Uragano a parte, a breve si sarebbe in ogni caso reso necessario riportare SLS al VAB per ricaricare le batterie dei satelliti inclusi nel carico (tra cui, unico europeo, Argomoon costruito dalla torinese Argotec) e del sistema di aborto missione.
La NASA ha evitato di riportare indietro SLS per le recenti riparazioni perché ogni spostamento rappresenta uno stress meccanico per il razzo, e ci manca solo di produrre delle crepe al suo rivestimento isolante