DART e LICIACube scrivono un nuovo capitolo dell’esplorazione spaziale – TUTTE le immagini

L’impattatore cinetico della NASA e il piccolo cubesat dell’ASI riescono nelle rispettive missioni! Occhi a Torino per il download delle immagini.

Dinosauri vendicati, potremmo dire.

Alle 1:14 della notte italiana del 27 settembre DART si è schiantata sulla superficie di Dymorphos, piccola luna dell’asteroide Didymos, distante 11 milioni di km dalla Terra.
Lo scopo di dimostrare la validità delle tecnologie per la deviazione di asteroidi, e un giorno magari salvarci la pelle da apocalittiche collisioni, è stato raggiunto.

Gli ultimi minuti dell’avvicinamento della sonda al suo obiettivo sono stati seguiti con grande apprensione dalla sala di controllo della missione che riceveva in tempo reale le immagini della camera DRACO. Vediamo quindi alcune di queste istantanee, trasmesse ad alta velocità dall’innovativa antenna Spiral Radial Line Slot Array di DART mentre la sonda si dirigeva verso Dymorphos, in modo totalmente autonomo, alla velocità di 6 km al secondo.

Realizzata 150 secondi prima dell’impatto, questa foto è l’ultima a riprendere nella stessa inquadratura entrambi i corpi del sistema binario. Al momento dello scatto DART si trovava a 920 km dal bersaglio. Crediti: NASA/Johns Hopkins APL

 

A 11 secondi dall’impatto la sonda era ormai vicinissima a Dymorphos. Questa è l’ultima foto che riprenda la piccola luna (lunga solo 160 metri) nella sua interezza. La distanza stimata è di 68 km. Crediti: NASA/Johns Hopkins APL

 

L’ultima immagine completa che DART è riuscita a inviarci, scattata quando si trovava a 12 km dall’asteroide. Il campo inquadrato è di 31 metri per lato! Crediti: NASA/Johns Hopkins APL

 

L’ultimo scatto eseguito dalla sonda, a 6 km dalla superficie di Dymorphos e meno di 1 secondo all’impatto. Crediti: NASA/Johns Hopkins APL

Quanta epicità quest’ultima immagine! La trasmissione è incompleta perché in quell’istante DART ha colpito violentemente l’asteroide, completando la sua missione con un successo straordinario. Gli strumenti di navigazione autonoma hanno portato la sonda a impattare l’asteroide con altissima precisione, mancando il bersaglio ottimale di soli pochi metri.

La NASA ci ha messo a disposizione un video dei momenti finali di avvicinamento di DART.
L’animazione copre gli ultimi cinque minuti e mezzo di viaggio, la riproduzione è velocizzata di 10 volte tranne gli ultimi 6 fotogrammi che sono mostrati in tempo reale.
Crediti: NASA/Johns Hopkins APL

 

A seguire DART a poco meno di tre minuti di distanza c’era LICIACube, il satellite made in Italy incaricato di documentare i momenti immediatamente successivi all’impatto.
LICIA ha iniziato le riprese indicativamente tre minuti quattro secondi prima dell’impatto impiegando le camere LUKE e LEIA e sfilando a fianco a Dymorphos dalla minima distanza di 55,3 km.

L’Agenzia Spaziale Italiana nel pomeriggio odierno ha presentato le prime immagini del proprio cubesat, e sono anch’esse favolose.

Prima e dopo, Dymorphos si accende con una luminosità pari a quella dell’asteroide principale a causa della nuvola di rocce e polvere eiettate dalla collisione. Crediti: ASI/NASA

Il download delle immagini dal satellite è iniziato ma richiederà un po’ di tempo. LICIACube ha potenza limitata e un piccolo array di antenne, e questo si traduce in una bassa velocità di trasferimento. C’è chi si spinge a stimare che l’operazione richiederà circa 140 giorni, nell’ipotesi di 32 GB di dati e 4 ore al giorno di collegamento radio.

Secondo i ricercatori l’impatto con Dymorphos, avvenuto in direzione opposta al verso con cui l’asteroide percorre la propria orbita, dovrebbe rallentare il periodo del corpo dell’1%,  ovvero circa 10 minuti. Le verifiche saranno eseguite dai telescopi terrestri che misureranno la frequenza di oscuramento di Didymos da parte del suo satellite con una tecnica già impiegata per calcolare quello che, sino a ieri sera, era il periodo orbitale del sistema.

Ma le osservazioni sono già iniziate e anzi erano in corso durante l’impatto di DART.
Il sistema binario di Didymos, non risolto con successo dai telescopi, mostra in ogni caso lo stesso comportamento che LICIACube ha potuto documentare da distanza ravvicinata.
Qui sotto 30 minuti di ripresa compiuti dall’osservatorio Les Makes nell’isola di Réunion

 

Questa l’osservazione di uno dei telescopi del South African Astronomical Observatory di Città del Capo:

 

Non solo i telescopi a terra hanno osservato Dymorphos, ma persino il più potente telescopio spaziale!
James Webb ha puntato il suo specchio verso l’asteroide, non senza qualche difficoltà

Anche nelle immagini del JWST Dymorphos si accende il seguito all’impatto con DART.
Questa strana coda di Dymorphos testimonia i problemi di inseguimento avuti dal telescopio Webb!

La velocità apparente del sistema Didymos-Dymorphos è troppo elevata per il sistema di puntamento di JWST, che fatica a tenere il passo con gli asteroidi.
Il telescopio è stato studiato per seguire un oggetto con la velocità di spostamento apparente massima di Marte, circa 30 milliarcosecondi al secondo, e nei test pare sia riuscito a raggiungere velocità doppia. Ma questi asteroidi orbitano più vicini al Sole (altrimenti non sarebbero NEAR Earth Object) e quindi più velocemente del pianeta rosso.

Fonti:
https://www.nasa.gov/feature/dart-s-final-images-prior-to-impact
https://twitter.com/LICIACube/status/1574791158844346368
https://space.stackexchange.com/questions/55849/how-will-the-liciacube-cubesat-transmit-dart-impact-images-back-to-earth-what-k

Informazioni su Antonio Piras 67 Articoli
Ingegnere elettronico per lavoro, da sempre appassionato di scienza. Scopro l'osservazione astronomica grazie al telescopio della LIDL (ebbene sì) che mi svela le lune medicee un giorno prima di Galileo...ma 405 anni dopo. Da allora la passione cresce a dismisura e attualmente la coniugo alla fotografia, altro grande hobby.

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